DOWNFLYERS, FREQUENZE OMOLOGATE

“Frequency” è il titolo del primo album dei Downflyers, formazione bresciana della corrente alternative rock. In realtà, in cosa consista oggi l’essere esponente del rock alternativo, assume sembianze spesso assai sfumate.  In queste dieci tracce non si individua molto altro, al di fuori di sonorità molto decise, spesso convulse, a sovrastare una voce sempre lontana rispetto alla struttura complessiva dei brani.

Alla fine dell’ascolto ci si accorge di essere stati realmente attratti solo in tre momenti: ascoltando “Frequencies”, intro di meno di due minuti che promette qualcosa di diverso da quello che sarà invece il prodotto finale; l’interludio “We Won’t Be Afraid”, che purtroppo di minuti ne dura meno di uno ed il brano “Silence” in cui si scorge una razionalità musicale che altrove si perde in ossequio ad un modo di pensare al rock che sta attraversando questa prima parte degli anni 2000 in modo sideralmente distante, rispetto a quelli che sono universalmente riconosciuti come i padri del rock più autentico. Purtroppo anche questo album cede troppo spesso all’omologazione di un rock che si fa sentire, ma che è sempre meno da ascoltare. Inesorabilmente ne risente anche la personalità del gruppo, forse più attento a quanto “richiede il mercato” più che ad una ricerca di sonorità nuove o, quanto meno, davvero alternative come la corrente alla quale il gruppo dice di appartenere imporrebbe.

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