E’ di questi giorni la pubblicazione de “I paesaggi sonori” del duo Brandimarte-Pantaleone. Il lavoro del duo abruzzese si presenta come una meditazione in musica frutto di un’approfondita ricerca sul suono, distillato in un silenzio sacrale fino a trarne la pura essenza.
La voce di Claudia Pantalone, guidata con finezza minimale dal basso di Michelangelo Brandimarte e da un’elettronica impalpabile, traccia senza enfasi alcuna un percorso che tiene insieme come grani di un rosario Tim Buckeley, Duke Ellington, Sting, Piazzolla, Mingus, Pasolini e una manciata di brani originali. Ne risulta un disco raffinato e intenso, mai didascalico, in cui anche l’invenzione più ardita finisce per accordarsi con naturalezza all’armonia del respiro. Si ascolti ad esempio l’intoduzione vocale rarefatta di “Fragile”, che va infine a poggiarsi nello sviluppo su un sincopato imprevedibile, oppure la verticalità sublime intrisa di umori jazzy di “In the beginning God”, in cui vi sfido a trovare una sola nota che non sia indispensabile. Mai come in questo caso, less is more. (Michelangelo Brandimarte & Claudia Pantalone: “Soundscapes” – autoproduzione, 2018)