Ella è una coraggiosa e giovane cantautrice torinese che riesce a coniugare le formule più tradizionali della composizione con arrangiamenti e musicalità assolutamente attuali. Ne è un chiaro esempio il suo album, “Dentro”, che la vede alle prese con dieci tracce dalle quali emerge un profilo artistico ben definito.
Innanzitutto Ella rimane legata alla dimensione cantautorale del racconto. In ciascuna delle sue canzoni ci si imbatte in una storia, una situazione, uno stato d’animo, nel quale chiunque può riconoscersi. Situazioni comunque “leggibili” prescindendo dalle ragioni che possono avere spinto Ella a scrivere quei testi, il che di questi tempi è tutt’altro che scontato, vista la tendenza di un’ampia fascia del nuovo cantautorato a risolvere molti testi con un ermetismo esasperato o affidandosi a simbologie che possono avere un senso solo per chi le descrive. Sull’altro fronte, quello prettamente musicale, un ampio utilizzo di effetti elettronici ben si coniuga con la strumentazione più corrente, con un’unica riserva: l’eccessiva enfasi di alcuni passaggi che rischia di compomettere l’espressione vocale. Cominciamo con quella che è forse la canzone più bella dell’album, quella contenuta nella prima traccia, “Quando io e te saremo grandi” che è una canzone emotivamente intensa, con un bel testo, suoni puliti e pieni e la voce di Ella che appare subito sicura e, all’occorrenza, potente. “Grattacielo” è la prima canzone che risente, sia pure a fasi alterne, di una musicalità sovrastante. “Come credere” è un buon brano, ben strutturato, con un buon testo. “Dentro”, la canzone che dà il titolo all’intero progetto, ha una linea melodica piacevole confortata anche in questo caso da un buon testo, un insieme insomma che garantisce una buona fruibilità del brano. Segue “Cuore matto”, altra prova di coraggio dell’artista che questa volta si confronta niente meno che con uno dei successi storici di Little Tony, stravolgendo per certi aspetti la canzone, ma non venendo mai meno al rispetto in qualche modo dovuto alla versione originale, pur con la molta elettronica contenuta in questa curiosissima cover. “I tetti di Dakar” è un brano non troppo riuscito, che pur dando ampio respiro alla strumentalità, di fatto ha una linea melodica incerta ed una struttura musicale che “arriva” poco. “Domenica (Love in translation)” rivela più di altri brani la struttura tradizionale della composizione del testo, attualizzato da arrangiamenti assolutamente moderni. “Giugno” ha un testo molto interessante, per certi aspetti divertente, è un testo che come e più degli altri, racconta. Torna un po’ d’enfasi negli arrangiamenti, ma il brano è piacevole e scorre rapido sino a consegnarci “Ho smesso di fumare”, canzone non memorabile pur se con un buon testo per approdare alle conclusioni con “Finchè il vento soffierà” che pone in risalto la bella e limpida voce di Ella; il brano è semplice, ma mantiene fede ad un modo di pensare alla musica che non stravolge, ma adegua musicalità e testi ai tempi nuovi. Il coraggio di Ella è soprattutto quello di non accodarsi a mode dilaganti o appiattirsi su soluzioni facili. La sua originalità, in fondo, sta proprio nel non voler andare mai sopra le righe, pur vivendo musicalmente il suo tempo. Nota aggiuntiva, ottimo il package dell’album arricchito dalle bellissime illustrazioni di Josh Fill.