“Chiaroscuro” è il titolo di un ottimo lavoro di Corrado Coccia che nelle nove tracce del suo album pone tanta raffinatezza ed altrettanta poesia, pur con qualche immancabile cedimento, quasi fisiologico nella realizzazione di un lavoro che, va detto subito, riporta ad una dimensione di classica catautoralità, concedendo poco o pochissimo agli aspetti più commerciali.
“Chiaroscuro” è anche il titolo della prima traccia e, in tutta onestà, la scelta di aprire il cd con questo brano qualche perplessità la suscita: il testo è tutt’altro che immediato, la linea melodica del brano è incerta, gli arrangiamenti non inducono a ricredersi sulla convinzione di essere alle prese con una brutta canzone, per altro cantata anche maluccio dal suo stesso autore. Ma è un piccolo incidente di percorso che non deve assolutamente indurre a non proseguire nell’ascolto di un progetto che invece riserva scampoli di ottime canzoni. Già “Notti” (tutti i brani, fatta eccezione per l’ultimo, sono introdotti dalla voce narrante di Daniele Arzuffi che aggiunge una componente poetica all’insieme) induce ad altre considerazioni, gradevole il testo, convincente la linea melodica, interessante l’arrangiamento con il clarinetto di Marcello Noia che anche in altri brani farà la differenza. “Piccole risposte al cielo” è un brano caratterizzato da un testo estremamente intenso che purtroppo non trova altrettanta pienezza nella sua struttura musicale, anche se il dialogo serrato tra il pianoforte di Coccia e il clarinetto di Noia raggiunge orizzonti musicali interessanti. E’ poi la volta della bellissima “Madame Dubois”, andamento ritmato, bella la descrizione del personaggio e della situazione, bella la musicalità del brano. Ma ancora meglio è “Il treno per Parigi” con un testo ed una linea melodica che ne fanno probabilmente la più bella canzone dell’album; e grande l’inserimento del sax, anche in questo caso di Marcello Noia. “Male di vivere” reca un piccolo calo di tensione laddove la linea melodica del brano pare non reggere adeguatamente un testo gradevole, l’arrangiamento non favorisce il decollo, nonostante il solito grande sax. Ma ecco un altro brano molto interessante: “Venti del Sud”, la canzone che più di ogni altra pone finalmente in risalto la voce ruvida di Corrado Coccia; l’arrangiamento fa il resto con l’ottimo violino di Paola Diamanti e, manco a dirlo, ancora il sax. Prezioso pur nella sua brevità il “cameo” che vede l’inserimento nel cd di “Insonnia”, brano scritto ed interpretato con intensità da Annabruna Gigliotti. E, per finire, “Ti suono una fiaba”, buon brano di chiusura, non annoverabile tra i migliori del cd, ma accettabile ancora grazie al lavoro degli ottimi musicisti che hanno lavorato al progetto ed al pianoforte di Coccia. Meritano per questo lavoro la citazione tutti i musicisti che vi hanno partecipato con Corrado Coccia (autore, voce e pianoforte); si tratta di Davide Arzuffi (batteria e percussioni), Roberto Dragonetti (basso), Roberto Arzuffi (chitarre, charango, buzouki e mandolino), Marcello Noia (clarinetto e sax), Paola Diamanti (violino).