“Piangono anche gli uomini” è il titolo dell’album di Mox, al secolo Marco Santoro, cantautore romano che con chitarra e pianoforte scrive le sue canzoni riuscendo a coniugare la dimensione classica del cantautore con un’espressione contemporanea, senza rinunciare ad una vena romantica e ad una capacità narrativa che emerge da buona parte dei suoi brani.
Il suo album d’esordio, “Fugurati amore”, esce nel 2018. Seguono le pubblicazioni di alcuni singoli, in qualche caso anche con la partecipazion di artisti amici, tra cui Fulminacci ed i Canova; nel 2022 pubblica l’Ep “Vita facile”, per poi approdare a quest’ultimo lavoro. “Piangono anche gli uomini” è un disco caratterizzato da undici tracce. Complessivamente un buon disco, con qualche chiaroscuro inevitabile in un progetto tutto sommato abbastanza complesso che Mox affronta comunque sempre con disinvoltura e con l’ausilio di alcune collaborazioni con Alberto Bianco, Serepocaiontas e Matteo Alieno in tre dei brani pubblicati. C’è anche una cover un po’ inaspettata, “Sinceramente”, il brano portato al successo da Annalisa nell’edizione dello scorso anno del Festival di Sanremo; una cover che, pur se dignitosissima e rispettosa della versione originale, personalmente avrei evitato poichè Annalisa in quel brano si era giocata la carta non indifferente di qualche atteggiamento provocante (come lo era il suo abbigliamento) ed ammiccamenti non riproducibile in una semplice registrazione, per di più di una voce maschile. Ma veniamo al resto dell’album. Intanto va detto che Mox ha una voce da rocker prestata a diversi brani apertamente cantautoral-melodici ed in questi casi l’effetto è quasi sempre molto interessante. Lo è anche questa volta soprattutto nei due brani che io considero i migliori dell’intero progetto: “Dentro la mia stanza” (di cui pubblichiamo anche il video) che è una bellissima canzone, introspettiva, vissuta, intensa e, soprattutto, interpretata con il giusto pathos e “Pampero”, meno meditativa, ma caratterizzata da un’ottima linea melodica che la rende subito molto coinvolgente. Molto bella è anche “Bradipi rapidi” che ha una forza testuale tutta sua; “Piangono anche gli uomini” (con la partecipazione di Alberto Bianco), è anche queste interpretata con molta intensità e “Ora che hai una macchina nuova” che dietro ad un titolo curioso ed apparentemente divertente, nasconde un brano riflessivo e dal retrogusto malinconico. Sul fronte di ciò che mi ha invece meno convinto ci metto “Lucio Dalla”, che mi è parso un brano testualmente un po’ arruffato e musicalmente poco fruibile, “Sale” che mi è parsa poco riuscita nel novero complessivo del progetto e in parte “Playmobil” che mi ha convinto solo a tratti. Dal punto di vista musicale direi che tutti i brani sono ben arrangiati, caratterizzati da una linearità che non prevarica mai la narrazione, ma la incornicia con coerenza. Un disco più che discreto quindi che quel che vuol dire lo dice quasi sempre con interessanti risultati.