Se iGaetano Di Sarno (in arte Guy Littel) ed io mettessimo insieme le nostre raccolte di dischi troveremmo senz’altro centinaia di doppioni. Ma nonostante questo background comune (un terreno selvatico che va dall’alt-country al grunge passando inevitabilmente per Neil Young) mi avesse messo in una disposizione d’animo molto favorevole all’ascolto del suo nuovo album, “One of Those Fine Days” è riuscito ugualmente a sorprendermi per credibilità, suono e qualità di scrittura
“So special” mette subito in chiaro la dimensione sonora del disco, con un riff di chitarra tagliente (Luigi Sabino) sostenuto da una ritmica solida e una melodia che apre ad una sensazione di schiettezza e vulnerabilità, tratto distintivo dell’intero lavoro. “Cheating morning” incalza e avvince con ruvida irruenza preparando il terreno per la disarmante ballad “Better for me”, mentre “Twenty six” dispiega un respiro melodico dalle movenze più british. Il disco cresce ad ogni ascolto e via via rivela quei dettagli, modellati sapientemente da una personalità forte, che lo rendono convincente in ogni passaggio, coerente e, soprattutto, non derivativo. La produzione, che giustamente sceglie la via di una sporca e onesta vitalità rispetto a quella di una compostezza piatta e asettica, è dello stesso Guy Littell e di Ferdinando Farro. (Guy Littell, “One of those fine days” – AR Recordings, 2017)