S’intitola “Venti minuti di libertà” ed è l’Ep d’esordio di Emanuele Presta, un cantautore salentino che sente il bisogno di fare musica da giovanissimo dopo essersi imbattuto in un video di Bob Marley; approda però alla sua prima pubblicazione a 26 anni e questo Ep rappresenta una sorta di sintesi del suo modo di pensare alla musica attraverso le grandi tematiche dell’esistenza (i ricordi, la vita, i sogni, la fuga, l’amore, l’arte).
Colpisce sin dalle prime battute il taglio molto cantautorale del suo modo di comporre, una dimensione che riconduce all’epoca più fulgida del cantautorato italiano ed è un approccio piacevolmente sorprendente, tanto che induce a perdonare una certa indulgenza al turpiloquio non sempre così necessario. Al di là di certi termini va comunque detto che i suoi testi sono disinvoltamente poetici e narrativi, la voce è ferma e la linea melodica di quasi tutte le sei tracce scivola agilmente offrendo un alternarsi rapido di immagini e sensazioni. Personalmente trovo interessanti soprattutto “Gamberetti”, “Il cane di Fry” e “Il perimetro dell’universo”; ci metterei anche “Io, te, Perugia e la luna” che però inciampa in alcune spigolosità che rendono meno fruibile l’ascolto. Bene anche gli arrangiamenti, snza iperboli, ma con soluzioni a tratti molto interessanti ed una pienezza dei suoni data da un gruppo di musicisti che sa coniugare adeguatamente le dinamiche musicali con la vice di Emanuele. Anche in questo caso non ci troviamo al cospetto di un progetto usa e getta ma, al contrario, almeno la metà dei brani contenuti nell’Ep merita un ascolto attento e, all’occorrenza, anche un riascolto. Sicuramente un disco consigliabile a chi pensa ai cantautori in una forma più impegnata.