Ecco un album davvero originale in circuitazione da pochi giorni; si trattta del disco d’esordio dei FusaiFusa intitolato “Lamana”.
Non è il solito disco, ma un intreccio di sonorità e atmosfere afro-beat e sub sahariane, suoni del medioriente accostati all’elettronica ed alle arie magrebine. La formazione originale vede impegnati tre musicisti ai quali si affiancano però diversi altri artisti che portano il contributo di strumenti derivanti dalla tradizione delle loro terre e vocalità che ci riportano a canti remoti, ma anche ad una realtà che in questi anni si è molto avvicinata al nostro mondo. Non è il caso di sprecare, come qualcuno farebbe, inutili peana sull’inclusione, le diversità, l’accoglienza ed altre simili amenità. Queste cose le lascio alla politva, io mi occupo di musica e posso dire che questo lavoro mi ha molto interessato perchè ha contribuito a fare comprendere come il linguaggio della musica possa trasmettere il linguaggio delle genti, abbattendo ogni distanza geografica. Certo, non tutti i brani mi entusiasmano, traspare qui e là un po’ di noia dettata soprattutto dall’andamento musicale che evoca ritmi e percorsi molto più lenti di quelli ai quali siamo abituati, Ma non mancano frangenti di buon dinamismo e, soprattutto, l’incontro con una sontuosa versione di “L’ombra della luce”, il capolavoro di Franco Battiato proposto metà in italiano e metà in lingua araba, con una profonda rilettura degli arrangiamenti che rispetta però in toto la versione originale. Insomma, sette tracce che meritano di essere ascoltate per scoprire diverse dimensioni musicali provenienti da diverse latitudini.