Da pochi giorni è uscito “E glossa ti’ mana (La lingua madre)”, un cortometraggio musicale realizzato per la regia di Valentina Castelli che vede protagonista Vania Palumbo, cantante e polistrumentista che rispolvera la cultura e la musica tradizionale grika.
Dico subito e senza esitazioni che si tratta di un lavoro strardinario che affonda le sue radici nella ricerca di un passato remoto che coinvolge anche chi non conosce quella lingua e che narra storie antiche, quelle che affascinarono anche Pier Paolo Pasolini che viene ricordato nel contometraggio, ripensando ad una sua visita a Lecce ch lasciò una traccia profonda. Vania Palumbo incanta con la sua voce e con la sua capacità di dare un’anima a strumenti antichi, anche questi parti di storie che vanno a comporre un meraviglioso mosaico. Come sempre la musica tradizionale rapprsenta la cultura delle genti che ne furono ispiratrici e ripopone emozioni senza tempo. E splendidi sono i siti ove sono stati interpretati alcuni brani del progetto che meriterebbe di essere inserito, come tutta la cultura e la musica tradizionale, nei programmi didattici della scuola secondaria superiore. Amcor più quando la ricerca viene affrontata con la sensibilità e la passione che fanno di “E glossa ti’ mana (la lingua madre)” un piccolo capolavoro, nel suo genere. Un lavoro che merita la visione e l’ascolto, direi anzi un ripetuto riascolto, per lasciarsi accompagnare in una dimensione che non può e non deve andare perduta.