“NIENTE DI REALE”, L’ALBUM MAGICO DI NAGAILA

“Niente di reale” è il titolo del nuovo album di Nagaila, cantautrice originaria di Comonte, in provincia di Bergamo, ma che oggi vive a Fino del Monte, sempre in provincia di Bergamo, con il compagno Fidel Fogaroli, ex tastierista dei Verdena, con il quake condivide le sue esperienze artistiche, com’è avvenuto nel caso della realizzazione di questo nuovo progetto. Nove tracce per un disco non facile in cui la voce particolarissima di Nagaila s’intreccia con sonorità che l’assecondano con coerenza e talvolta anche con un po’ di spregiudicatezza.

Disco non facile per chi lo ha realizzato e per chi lo ascolta. Nagaila ha però almeno un paio di assi nella manica: una voce che personalmente conosco da diversi anni e che non finisce mai di sorprendere e la capacità di riempire di magia i palcoscenici sui quali si muove, un po’ fatina ed un po’ folletto, protagonista di recite surreali e coinvolgenti. L’ascolto inizia con “Venere”, forse il brano più fruibile dell’intero progetto, non a caso accompagnato anche da un video. In questa canzone, da un contesto musicale di grande pienezza, si inserisce la voce quasi infantile di Nagaila che ci conduce nel suo mondo ove tutto si fonde in una dimensione nuova. “E’ tempo che rimane” rivela come la voce di questa interprete, così come sa coniugarsi con armonie quasi epiche, può diventare un sussurro intorno al quale si aggroviglia un gomitolo di note. “Dedicata” è una canzone che amplia la tavolozza dei colori vocali offrendo passaggi a tratti appena percettibili che divengono poi un tutt’uno con la musica. In “Perduta” l’avvio si avvale di una promettente linea melodica che improvvisamente entra in un’altra dimensione musicale suscitando qualche perplessità per il brusco ed inatteso cambiamento. Brano molto delicato è invece “Pesci sul confine”, arrangiato con attenzione sull’espressione vocale sottile ma intensa di Nagaila. Ammetto apertamente che “Artificiale” non mi piace, forse soprattutto per alcuni effetti sonori, preludio di un finale un po’ confuso. Altra aria si respira in “Misterica” che sia vocalmente sia musicalmente assume contorni più piacevoli e ben costruita appare anche “Dracula” pur se siamo costantemente distanti dal concetto usuale di “canzone”. E si chiude con “Inverness”, un brano di oltre otto minuti, carico di fascino per le atmosfere che sa creare, con le malinconiche note di una tromba solitaria persa in un’aere quasi onirica, che si va via via spegnendo con il brano. “Niente di reale” è un disco da riascoltare, un po’ per la sua complessità, ma soprattutto per cogliere quelle sfumature che in questo caso rappresentano i toni di colore di ogni canzone e quindi ne favoriscono una più attenta comprensione. Nell’insieme comunque, un bel progetto che ripropone l’autorevole modo di pensare alla musica di Nagaila in un panorama indie che si è molto impoverito.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su telegram
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *