ROBERTO VITALE, UN CANTAUTORE A DOC

Non sappiamo se esiste davvero un’idea comune di come ci si possa aspettare che sia un cantautore, di certo Roberto Vitale lo è, e non solo perchè scrive i brani che canta. “Di legno e di cenere” è il titolo del suo album, nove tracce tutto compreso, anche una cover finale, “Happy”, tratta dal repertorio di Tracy Chapman, intensamente eseguita, ma ininfluente nell’insieme del progetto.

“E poi”, il brano che apre il cd, mette immediatamente in risalto la voce calda dotata di innumerevoli sfumature che Vitale può mettere in campo, anche se non è certo quello uno dei brani migliori dell’album. ”Un basso atlantico” definisce forse meglio il taglio rigorosamente cantautorale del progetto, ma la canzone in sé pare perdersi in un percorso di note che finisce in un binario morto poco convincente. E’ con “Un giorno qualunque” che il cd prende quota, nell’intensità di un brano con un testo che offre all’interprete la possibilità di sfoderare toni suadenti e colorati, tratteggiando momenti di buona poesia. “Violent squalls” è un brano scritto e cantato in inglese, caratterizzato da toni estremamente pacati e suadenti. Si intitola invece “Elicriso” la canzone più bella (o certamente una delle più belle) dell’intero lavoro, sorretta da un arrangiamento più ispirato del solito e dalla consueta voce che disegna emozioni nell’aria, come sa fare, nella dimensione fiabesca dei bimbi, l’uomo dei palloncini. E su quei livelli potremmo collocare anche “Di legno e di cenere”, il brano che dà il titolo all’intero progetto, caratterizzato da un arrangiamento in crescendo e più di altri capace che definire il tratto di un cantautore, così come ci si può aspettare che un cantautore sia. Meno coinvolgente, soprattutto dal punto di vista musicale, “La finestra”, che comunque anche nel testo svela qualche cedimento; ma si riprende subito quota con “Settembre (Lama di luna)” che di fatto chiude l’album offrendo sensazioni che si rincorrono e s’intrecciano, assumendo forme e colori diversi a seconda di come la voce d Vitale ne voglia definire i tratti. Con questo brano, si acquisisce anche la definitiva consapevolezza che questo artista non solo va ascoltato, ma va interpretato sul piano emozionale, con concentrazione e nel silenzio. Questo ne fa un cantautore di vecchia scuola, uno di quelli che in passato qualcuno volle equiparare ai poeti, aprendo un dibattito mai del tutto sopito. Roberto Vitale fa propria questa dimensione, anche con una buona dose di coraggio, in tempi difficili per la canzone a doc. Gliene va dato merito, con tutte le buone sensazioni che questo lavoro lascia in chi lo ascolta.

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