IL TALENTO FA CAPOLINO TRA GLI “SPIRAGLI” DI CORPOCELESTE

Non è difficile credere che Corpoceleste (al secolo Massimo Bartolucci) in qust’ultimo anno abbia saputo farsi notare sulla scena romana. Ora però servirebbe il salto di qualità ed i requisiti ci sono, almeno stando all’ascolto del suo debut album “Spiragli”, di recentissima pubblicazione. Il cantautore, ventiduenne, si è accostato prestro al canto e al pianoforte; nel 2017 ha presentato il suo primo brano inedito; il suo primo singolo è del 2021, “Roma”, e le ha dato la possibilità di presentarsi a Sanremo in CasaSiae.

“Spiragli” è un progetto di otto tracce sin da subito sorprendente poichè mette in risalto la dimestichezza vocale di questo giovane cantautore che rivelerà nei brani successivi una versatilità interpretativa oggi non così comune. L’album si apre con “Oblio”, voce nitida e suoni puliti, linea melodica gradevole e quindi un insieme piacevole ed interessante. Come interessante, soprattutto musicalmente, è “Roma”, il brano che ha consentito a Corpoceleste di frequentare CasaSiae a Sanremo. “Meteoropatia” è una canzone agile, facilmente fruibile anche se dal punto di vista interpretativo non è tra i brani più facili del cd. Ma il brano che convince anche l’ultimo scettico che questo ragazzo sa davvero cantare è “Valzer e Champs Élisées”, una canzone non straordinaria, ma che lui sa valorizzare con un’interpretazione impeccabile ed un finale che strizza con agilità l’occhio allo swing. Di “Insonia” piace l’arrangiamento che diventa l’elemento che mantiene desta l’attenzione su di un brano che non è gran cosa. Anche “Semina” non è indimenticabie, ma fa maturare la convinzione che Corpoceleste in dimensione live possa arricchire ulteriormente lo spessore della sua personalità, mettendo in gioco anche quei suoi tratti efebici che possono renderlo un personaggio accattivante; il finale della canzone comunque è troppo caotico. “Luce” è a mio avviso il pezzo migliore, ha una linea melodica raffinata, è ben interpretato e risulta nell’insime piacevole anche se non facilissimo. E si va  chiudere con un’altra versione di “Oblio”, questa volta solo per voce e pianoforte che conferma ampiamente tutte le buonissime sensazione colte dall’ascolto di questo lavoro. Corpoceleste, con una cnzone giusta ed un po’ di fortuna, potrebbe a breve diventare un artista di cui sentiremo parlare. Ha, come qualcuno direbbe, le phisique du role, ma soprattutto ha il talento. E qualcosa ciò vorrà pur dire.

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