Questa volta parliamo di noi. Cioè della rivista Musicamag – Un’altra Music@, fuori ormai da una dozzina di anni, attenta in special modo alla musica proposta da artisti emergenti di area indipendente, ma non solo. Ho notato che vi sono alcuni uffici stampa che inviano in un’unica mail una dozzina di produzioni, perlopiù singoli, buttate lì con il badile come se si trattasse di ghiaione per la pavimentazione di una strada sterrata. E’ un metodo che non ci piace e che personalmente ritengo irrispettoso.
E’ certamente vero che il mondo della musica sta attraversando un periodo di iperproduzione senza precedenti e che, vista la relativa facilità ed i relativi costi che oggi comporta la produzione di un singolo su cd, sono in molti quelli che ci provano, quasi come se fare il musicista o il cantante non fosse una professione, ma una sorta di gratta e vinci che se la và ti sistemi. Non funziona così. Gli uffici stampa non possono ribaltare sulle scrivanie delle riviste musicali manciate di singoli con presentazioni approssimative, perlopiù senza il sostegno promozionale di videoclip e che ciascuno se la gratti come può. E’ una questione di riguardo nei confronti delle redazioni che sono chiamate ad occuparsi degli artisti e che, a quel punto, hanno due soluzioni possibili: la prima è quella di fare un elenco asettico delle nuove uscite, senza alcun criterio di valutazione del prodotto; la seconda, che è quella che ha adottato Musicamag, impone l’ascolto, la valutazione e la scelta. Secondo criteri nostri, certo, ma che quanto meno partono da un’esigenza che noi riteniamo irrinunciabile, che è quella dell’ascolto di tutto quanto si riceve. L’ascolto è il primo atto di riguardo nei confronti di chi fa musica, riservandosi ovviamente giudizi talvolta anche severi che rappresentano comunque sempre un elemento di dovuta considerazione. Irrispettoso poi, a mio avviso, è l’atteggiamento di alcuni uffici stampa che inviando queste ammucchiate di brani, ritengono di avere assolto alle loro funzioni. Non è così. L’artista che affida ad un ufficio stampa il proprio lavoro, soprattutto se paga, si attende una comunicazione più attenta, dettagliata, personalizzata, non certo di finire in un listone anonimo da inviare alle riviste con tanti saluti (ed a volte nemmeno quelli). Quindi, Musicamag ha deciso che non prenderà più in considerazione le mail contenenti questi “carichi” sconsiderati di link di dischi da ascoltare e lo farà come scelta editoriale, esattamente come quelle di limitare la pubblicazione di materiale di rapper (non ritenendo il rap un’espressione musicale) o di brani che in qualche modo possano contenere messaggi oltraggiosi o aperte esortazioni a stili di vita che possano essere riconducibili a reati. Ciò senza mai venir meno al compito primario di ascoltare ciò che ci viene proposto, mantenendo la libertà di giudizio su ogni espressione artistica.