“Matilda” è il primo Ep di Matilda Bonucci, in arte semplicemente Matilda, giovanissima (appena diciottenne) cantautrice originaria di Sant’Arcangelo di Romagna che inizia il suo approccio alla musica con le lezioni di ballo folk romagnolo per poi studiare canto, poco più che quattordicenne e prendere parte ad alcuni contest riuscendo a farsi notare ed ottenendo buoni riscontri.
Il suo singolo d’esordio è del 2021 e dopo pochi mesi esce il secondo lavoro che ritroviamo anche nell’Ep. Il nuovo progetto è caratterizzto da cinque tracce, tre delle quali assolutamnte inedite. Tutte le canzoni sono scritte dalla giovane cantautrice tranne quella d’apertura, “Quando ci rivediamo”, che si avvale della collaborazione di Emanuele Sciarra e Martina Dell’Orto. Proprio questo brano risulterà alla fine il più riuscito, caratterizzato da una bella linea melodica che pone subito in risalto la voce di Matilda in un contesto musicale soft e raffinato. “Io non voglio te” segna un piccolo passo indietro, pur continuando a risultare convincente l’interpretazione coadiuvata da un buon arrangiamento. Ed è decisamente più fruibile “Medioevo” che Matilda affronta con grande verve rendendolo piacevole pur se complessivamente fragile. E’ però “Schiuma” il brano che più degli altri consente a Matilda di sfoderare tutti i colori e tutte le tonalità della sua voce ben coadiuvata da una dimensione musicale discreta, ma presente. Ultimo brano, “Quindi ciao”, non lascia particolari tracce, se non la conferma delle potenzialità di Matilda che ha fatto la scelta giusta limitandosi ad un Ep poichè, pur apprezzandone le doti, alla quinta canzone spuntano qui là alcune repliche di sè stessa e delle precedenti canzoni che nella dimensione di un album avrebbero potuto distrarre l’attenzione all’ascolto. Personalmente credo che la giovanissima età della cantautrice e le doti che in questo Ep lascia trasparire rappresentino un buon credito per ciò che in futuro deciderà i fare. Direi che servono canzoni più coinvolgenti ed emotivamente vissute per consentire una valorizzazione ancor più ampia delle buone doti vocali che Matila possiede e che, a mio avviso, dovrebbe spendere nella ricerca di una cifra artistica più definita.