E’ da pochi giorni in circuitazione “Tentativi ed errori”, il primo album dei Sospesi, band alternative rock formatasi nel 2016 e con alle spalle la realizzazione di un Ep pubblicato nel 2017 che consentì al gruppo di dare vita ad una piccola tounée in Lombardia. Sono seguiti poi alcuni singoli prima di approdare a questo progetto che contiene nove tracce e che, come sottende il titolo stesso, è una raccolta di buoni tentativi e svariati errori. Il progetto in sè presenta alcuni aspetti positivi ed alcune buone intuizioni, che si perdono però nell’equivoco più ricorrente del rock contemporaneo: il fatto che gli schitarramenti isterici ed invasivi siano da considerarsi elementi irrinunciabili per poter essere riconosciuti come rock band.
Qui si comincia con i suoni puliti di “Ponte di Einstein-Rosen”, brano strumEntale che dopo le premesse promettenti delle prime note, annega nel rock di maniera così come oggi troppi lo concepiscono. “Foglie” apre la finestra sulla voce non del tutto convincente alle prese con una dimensione testuale a flash, vale a dire non narrante ma a immagini, a tratti sovrastata dalla musica. “Scenario” conferma la non buonissima impressione del brano precedente e induce ad una prima riflessione: o si ha a disposizione una voce davvero possente e graffiante, oppure si evita di metterla in competizione con schitarrate che hanno sempre la meglio. Ascoltando “Respira” si comincia a percepire un certo effetto di ripetitività compositiva che lascia strascichi non molto positivi. E si approda a “Grigio siderale”, altro brano strumentale che poco o nulla aggiunge o toglie all’insieme de progetto. “Le nostre foto” è finalmente un canzone che racconta e che regge anche musicalmente, forse il brano più riuscito dell’album. In “Sara” le buone intenzioni testuali vengono in parte vanificate dai suoni che sovrastano la voce, oltre che da una linea melodica fragile. E con “Zero” si torna allo schema compositivo già noto per un brano comunque poco convincente. Si chiude con “Attitudine”, l’altro bel brano di questo progetto con suoni puliti ed un bell’arpeggio di chitarra nella prima parte che poi si diluisce; con un po’ di scaltrezza in più avrebbe potuto essere il brano migliore. Che dire dunque se non che una sufficienza molto risicata mi sento di riconoscerla solo perchè è il primo album del gruppo, con un paio di tentativi riusciti, ma con gli errori ricorrenti di moltissime rock band e, evidentemente, il fatto di essere alternative rock, non basta.