Ho appena finito di ascoltare “Piero è passato di qui”, l’album di Alessia Arena e Chiara Riondino e ancor prima che l’ultimo brano terminasse ho percepito tutta l’importanza di questo lavoro. Un cd che va ben oltre la semplice raccolta di brani del tormentato cantautore Piero Ciampi, ma cerca di sondarne l’anima, per percipire il suo afflato poetico e individuare le fonti di un’ispirazione sofferta e contrastata.
Alessia Arena, voce, Chiara Riondino, voce e chitarra e con loro Franco Fabbrini (basso elettrico, basso acustico e contrabbasso), Valerio Perla (percussioni), Diego Perugini (chitarre) e Luca Ravagni (tastiere e sax soprano), coprotagonisti di un percorso a tappe, quasi si trattasse di un libro da sfogliare per entrare, pagina dopo pagina, in un mondo, quello di Ciampi, fatto di vino e dissolutezza, amori difficili e meandri oscuri ma, soprattutto, di una sensibilità forte e fragile che fece di questo cantautore un personaggio difficile, scontroso, introverso. Le voci di Alessia e Chiara si coniugano splendidamente e ne scaturisce un percorso a capitoli, narrato e cantato, in una dimensione teatrale avvincente ed a tratti emozionante, che sa cogliere passi e sospiri, perchè la capacità compositiva di Ciampi, che fondeva mirabilmente la musica con la poesia, sta anche nell’espressione di concetti talvolta elaborati da una mente fine, altre volte colti come attimi che vanno a definire un luogo, un situazione, uno stato d’animo. Si susseguono via via brani scritti da Ciampi con l’amico Gian Piero Reverberi, oppure tratti dal suo periodo parigino, quando si faceva chiamare Piero Litaliano, proprio così, senza apostofi e senza accento sulla “o” finale, che a Parigi francesizzava quel soprannome. E compaiono naturalmente anche altri autori, da Marchetti a Coppola, che con Ciampi ebbero modo di collaborare lungo il suo cammino artistico che non sempre trovò gli apprezzamenti che solo successivamente gli vennero tributati. Per approdare poi all’appendice di questo disco/libro, con due brani scritti dalle ideatrici e curatrici di questo progetto che si è avvalso anche della collaborazione di Enrico De Angelis. Un progetto che non ha cercato la facile riproposizione dei brani più noti di Ciampi, ma ha cercato l’uomo nel suo modo di pensare alla musica ed alla poesia. Per questo si tratta di un lavoto importante, destinato a rimanere come la testimonianza del passaggio di un artista che con il suo talento ci ha giocato e che troppo presto è stato abbandonato dalla vita (morì nel 1980 a soli 45 anni), lasciando però alle sue spalle una traccia profonda del proprio passaggio.