Di recente pubblicazione è l’album di Anna e L’Appartamento, dal titolo omonimo. Anna e L’Appartamento è il curioso nome d’arte che si è scelto Anastasia Brugnoli, cantautrice veronese, musicista che ha iniziato il suo percorso con un violino, passando poi al pianoforte che le ha permesso di comporre i suoi brani, raccolti sino ad oggi in quattro singoli a loro volta riuniti successivamente nell’Ep “Anna/Piano/Caos” e nell’album appena uscito caratterizzato da dieci tracce.
Sulle canzoni di questa artista mi va di soffermarmi per un raffronto reso possibile dal fatto che tre dei quattro brani pubblicati come singoli li ritroviano anche nell’album. Ma con una differenza: le versioni dei singoli erano state eseguite al pianoforte mentre quelle contenute nell’album si avvalgono di un componente musicale più estesa. Ebbene, la mia preferenza cade abbondantemente sulle versioni eseguite al pianoforte. E tento di spiegarne le ragioni. Intanto va detto che Anna e L’Appartamento è dotata di una voce estremamente interessante, certamente per l’estensione, ma anche per come sa modularla mantenendone integra la limpidezza. I suoi brani eseguiti al pianoforte acquistano dunque un contorno cantautorale molto più marcato perchè l’artista riesce a fare vivere con toni assai più caldi il senso di ciò che sta cantando. Gli stessi brani, nella trasposizione realizzata per l’album, acquistano uno sfondo più pieno e consentono arrangiamenti più ampi, ma perdono di incisività e di quel calore che riesce a fare apparire piacevole ed intenso ciò che a tratti nell’album scivola su di una mediocrità d’insieme che penalizza i brani. Probabilmente si tratta di un sentire soggettivo, ma trattandosi di una cantautrice questo assume contorni a mio avviso importanti. Ciò detto, le dieci tracce scorrono nei meandri di un’incerta fruibilità, di linee melodiche non sempre convincenti e di un’immersione in una cornice musicale che non presenta mai elementi di eccellenza. Mentre eccellente è la voce, soprattutto quando non è troppo tirata. Contrariamente a quanto faccio di solito, non entro nel merito di ogni pezzo, ma suggerisco al lettore/ascoltatore di provare un confronto tra le versioni al piano e quelle contenute nell’album di “Provvisoria” (che è per altro uno dei pezzi migliori), “Cinematografica” e “Fa freddo fuori” per convincersi di quale sia la dimensione migliore della produzione di questa ragazza forse un po’ naif, ma che ha di certo delle potenzialità importanti.