“Siamo sicuri di essere giovani?” è il primo album di Jacopo ET, un artista che vanta un percorso che lo ha visto frequentare inizialmente gli ambienti dell’hip hop, per poi avviare svariate collaborazioni come autore (ha lavorato con Annalisa, Fedez, Max Pezzali solo per citarne alcuni). Ha sfiorato l’ambiente delle major senza però trovare in quella dimensione una propria continuità espressiva, ha quindi registrato alcuni singoli in ambito indipendente sino ad approdare a questo lavoro.
Dieci tracce inedite che ben tratteggiano i lineamente di un artista che rivela una spiccata personalità e che forse è uno dei pochi casi in cui la contemporaneità della musica incontra un interprete che riesce ad esprimerla senza banalità, facendo del moderno cantautorato che in un paio di brani emerge con vigore. Il disco si apre con “Motociclette”, brano con una buona linea melodica, dall’andamento accattivante, un po’ alla Vasco, con ottimi arrangiamenti. “La vecchia guardia” vede anche la partecipazione di Jake La Furia ed è una canzone musicalmente molto interessante, anche testualmente, con alcuni spunti di riflessione tutt’altro che scontati; molto buona l’interpretazione e immediata la frubilità, come di quasi tutti i brano di questo cd. “Bellissima” è un pezzo dalla musicalità piena, nell’insieme meno interessante di quelli precedenti, pur senza rinunciare ad una buona frubilità. Nel brano “Post genere” a collaborare con Jacopo ET è Fresh Mula, ma non si può dire che sia il pezzo meglio riuscito dell’album. Si riparte alla grande con “My Old Friend” che mette particolarmente in risalto la voce molto personale di Jaopo ET; il brano è tra i migliori della decade anche per il buon testo che lo caratterizza. “Jacopo ET” non è una canzone, ma una traccia che in un minuto e 42 secondi permette all’artista di raccontarsi, potrebbe anche essere una piccola pièce teatrale che risulta piacevole. Ed ecco “Racconteremo” brano inciso con la parteipazione de Lo Stato Sociale, formazione che ha entusiasmato la platea sanremese nel 2018 e quest’anno; la canzone ha uno sfondo vagamente politico come spesso si ritrova nei brano de Lo Stato Sociale, ma scorre piacevolmente. “Il buio della montagna” è un brano sinceramente mediocre reso accettabile da una buona interpretazione mentre “Diversa” risulta divertente nel ritormello e con una struttura musicale avvolgente. E siamo al capolinea con “Ma tu’?” che contende a “My Old Friend” la palma di miglior pezzo dell’album, ottimo il testo ma altrettanto buona l’interpretazione che conferma la bella personalità vocale di Jacopo ET. Possiamo tranquillamente parlare di un progetto molto interessante, senza fronzoli ma accurato, giovane ma non giovanilista (forse da qui nasce il curioso titolo, un po’ provocatorio ed un po’ ironico). Dieci tracce che si ascoltano gradevolmente e si apprezzano per la capacità di rimanere estranee ad ogni forma di omologazione.