Tra swing, atmosfere mediterranee e balcaniche, la band de I Plebei costruisce un piccolo lavoro – solo cinque brani – ma fitto fitto, di ottimo livello musicale, intriso di malinconica ironia, talvolta davvero feroce. Troviamo momenti di struggente introspezione (“Gioiamara”), punte di assoluto non politically correct (“L’Israelita”, “Per che”) ma anche momenti di coinvolgente speranza nell’umanità e nel futuro (“Ubuntu”). Un viaggio veloce e intenso. Consigliabile.
CON I PLEBEI UNA PIACEVOLE CINQUINA
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