“Celtic Bridge” di Lorenzo Gabanizza ritaglia e propone un angolo di Irlanda pur essendo una produzione italianissima (Italian Way Music edizioni musicali). Riesce tuttavia a risultare intrinsecamente “irish”, non solo per quanto riguarda i suoni – peraltro molto curati – ma anche per i contenuti e le sensazioni che trasmette, pregne di quel gusto, così tipicamente celtico, per le atmosfere struggenti e passionali.
Il lavoro parte un po’ in sordina, quasi in punta di piedi (e di voce), per poi farsi, brano dopo brano, sempre più convinto e convincente. Un viaggio musicale che va da pezzi scritti dall’autore, a brani riarrangiati tipici della tradizione irlandese (“Danny Boy”, “Maids of Mourne Shore”, quest’ultimo noto anche come “Down by the Salley Gardens”), a composizioni strumentali di indubbio fascino fiabesco, a tratti estremamente descrittive sino a suggerire ambientazioni cinematografiche. Pigiano pesante sul tasto del pathos “Should the waves” e “Eimilie”, nel tentativo, diremmo riuscito, di incrinare anche i cuori più refrattari. Per gran parte del lavoro si ha la sensazione che l’interprete tenga il freno tirato sulle proprie potenzialità vocali, che raramente vengono dispiegate a fondo, preferendo rimanere su toni più sommessi e suadenti. Fa eccezione “The dance of the Faeries”, che si consente digressioni più moderne, vagamente pop-rock. Il cd si avvia verso la chiusura con “Celtic Bridge”, dal lunghissimo preambolo di suoni naturali, onirico ed etereo fin quasi all’eccesso. Gli fa da contraltare l’ultimo brano, “Ancient Happiness”, al contrario evocativo di ancestrali, tonanti, scanzonati incontri conviviali ad alto tasso alcoolico. Una buona prova, senza dubbio consigliabile a sinceri appassionati di Irlanda e “cose celtiche” in generale.