“Farfalla” s’intitola il progetto di Michela (al secolo Michela Balzarotti, cantautrice romana, ventenne, cresciuta in un ambiente familiare nel quale ha trovato sin dall’infanzia la spinta giusta per intraprendere la strada della scrittura e della musica). Sette tracce che, alla fine dell’ascolto, fanno pensare ad un Ep un po’ “diluito” o ad un album non del tutto risolto, nonostante il tentativo di conferire al lavoro un percorso narrante, canzone dopo canzone.
Sette tracce che mettono in risalto la prima prova impegnativa di una giovane artisticamente ancora acerba e che, proprio per questo, può contare su ampi spazi di crescita nella ricerca di una più consolidata identità. S’inizia c0n “Questa sono io” e subito balza alle… orecchie, una voce molto adolescenziale alle prese con un pop senza troppe pretese in cui gli arrangiamenti non paiono del tutto convincenti; il brano è comunque immediato e fruibile. “Se” regala all’ascolto una voce che pare acquistare maggiore autorevolezza, pur se la canzone è fragile e l’equalizzazione tra suoni e voce non sempre pare ottimizzata. “Ti verrei a salvare” è una discreta camzone che scorre gradevolmente nell’attesa di un più deciso decollo. “Luna di mezzanotte” ha una buona linea melodica e gode di un’interpretazione meglio modulata e piacevole. Si prosegue quindi con “Anche quando tramonta” che nei toni più alti mette in evidenza l’immaturità vocale di Michela, pur in un contesto in cui gli arrangiamente paiono finalmente più curati e puntuali. “Copia e incolla” è forse il pezzo più riuscito (e pare che lo stiano testimoniando anche i riscontri che sta ottenendo sui social), è un brano vivace con una dinamica che “arriva” e che piace. E si va a chiudere con “Balla ancora”, non male anche questa canzone, spumeggiante pur senza destare particolari entusiasmi. Ed è forse proprio qui il limite di questo Ep, l’incapacità di riuscire a spiccare il volo con maggiore decisione, magari con la punta di diamante di un brano che più di altri risulti coinvolgente. La voce è discreta, anche se deve ancora maturare, i brani necessitano invece di una diversa genialità per non finire nel mare magnum di una diffusa banalità che dietro al paravento del pop, non porta a nulla.