Mia Loto è una formazione che al primo impatto (denominazione, copertina del cd e immagine del gruppo con il sitar tra le mani di un personaggio simile ad un vecchio “guru” indiano) potrebbe far pensare ad una sorta di comune new age, di quelle intrise di abitudini vegane e spiritualità floreali. La loro musica è però tutt’altra cosa e dall’ascolto delle undici tracce dell’album “Nuvole d’argento” se ne traggono sensazioni variegate, ovviamente non sempre tutte positive, ma comunque riconducibili ad un etno-pop mai eccessivo, quasi sempre raffinato, perlopiù caratterizzato da arrangiamenti che a più riprese consentono di apprezzare l’ottima cifra artistica dei musicisti che si concedono qua e là piccoli scampoli di virtuosimi che non vanno però mai sopra le righe.
Indubbiamente un lavoro studiato e costruito con meticolose attenzioni intorno alla voce di Anni Pasqualotto, che è anche l’autrice di tutti i testi (mentre le musiche sono di Pardeller e Barzon). Testi in verità talvolta stucchevoli, ma in altri frangenti intrisi di un’aura poetica intensa, talvolta capace di fotografare non storie narrate e narrabili, ma semplici emozioni colte e tradotte in canzone. “Parole”, il brano di apertura, come qualcuno direbbe, non “spacca”, la voce di Anni sembra quasi incerta, una sorta di Romima Power dei tempi di “Aqua d mare” (per altro bella canzone del tempo che fu). Ma “Non parlo la tua lingua” segna subito un cambio di marcia, la componente musicale si fa più ricercata, la tematica è quella dell’integrazione culturale, la linea melodica del brano è una sorta di tiritera che però un accorto arrangiamento sa rendere “digeribile”. “Naturale” è un altro brano musicalmente interessante (molto bene la chitarra), delicata la voce, piacevole l’atmosfera. “Mare” ci convince che per la realizzazione di questo cd sia stato messo in campo un plotone di musicisti tutti di ottimo livello e tutti lì per portare il loro cotributo alla causa con elegante non chalance. “Via plugged” è la canzone che più di altre pone in risalto la voce di Anni, in questo caso più piena, più convincente, si direbbe quasi più matura; sempre eccellente l’arrangiamento mentre non si comprende il signficato della cantilena finale affidata ad una bimba che non si sa chi sia, cosa stia facendo e perchè mai sia lì. In “Amico mio” trionfa il violino, ma anche le pennellate del testo non sono trascurabili. Altrettanto, per quel che riguarda il testo, si potrebbe dire per “Catturamondo” in cui ancora una volta le note del sitar portano, come in altri brani, un contributo di “colore” immediato. “Segui” non è gran cosa, ma ci si rifà pochi istanti dopo con la curiosa “Vivo”, una canzone che nella prima parte si tinge di note suadenti e soft per poi cambiare improvvisamente ritmo, senza però dare la pericolosa impressione del “fuori tema” che spesso questi espedienti possono causare. Bello il testo di “Io”, una delle poche canzoni con arrangiamenti estremamente semplici e senza “picchi” strumentali particolari, per poi chiudere con “Nuvole d’argento” che è il brano che dà il titolo all’intero progetto. Un buon testo, che non narra nulla, ma dipinge sensazioni intense, ancora il sitar, insomma un brano che qualcuno definirebbe “radiofonico”, per intenderci, commercialmente il più appetibile. Non a caso è stato scelto come “brano guida” dell’album. Che dire a stereo spento? Un lavoro che rivela che qui c’è gente che sa il fatto suo, anche se non sempre il percorso è entusiasmante. Ma il desiderio di un riascolto, quando meno di tre-quattro brani, rivela che il progetto è “arrivato”. Dunque è un buon progetto (Mia Loto – “Nuvole d’argento” – Terre Sommerse Produzione e distribuzione discografica)